Il Ruolo della Colonizzazione sul sistema politico del Mondo Musulmano
Il Corano e la Sunna sono stati la guida dei musulmani nella loro pratica politica e morale nel corso dei secoli. L'esempio di come il Profeta Muhammad, che Allah lo elogi e lo preservi, e dei suoi Compagni, che Allah si compiaccia di loro, condussero la loro vita e sviluppato la prima comunità musulmana rappresenta un modello di guida di uno stato e società guidati in modo islamico e socialmente retto.
Oltre ad essere un Profeta, il Messaggero Muhammad, che Allah lo elogi e lo preservi, è stato anche il fondatore di uno Stato. Nell'epoca del Profeta Muhammad e dei suoi successori, tutti i musulmani appartenevano ad un'unica comunità cui unità si basava sulla interconnessione tra religione e Stato, dove la fede e la politica erano entità inseparabili. Islam, divulgato da quella che oggi è l'Arabia Saudita (Penisola Arabica) in tutto l'Africa settentrionale, attraverso il Medio Oriente e in Asia e in Europa, storicamente, è stato l'ideologia religiosa con cui si sono fondati una varietà di Stati Islamici, tra cui grandi imperi: Omayyade (661-750), Abbaside (750-1258), Ottomano (1281 - 1924), Safavide (1501-1722 ), e Mughal (1526-1857). In ciascuno di questi imperi e in altri sultanati, l'Islam era la base delle istituzioni giuridiche, politiche, educative, economiche e sociali dello Stato.
A partire dall'undicesimo secolo, il Mondo Islamico subì attacchi continui da parte dei Turchi e dei Mongoli. Questi successivamente verranno sconfitti e sottomessi dall'Islam. Entrarono quindi nel Mondo Islamico in veste di conquistatori ma si convertirono nei secoli successivi all'Islam.
Nel corso degli ultimi due secoli il Mondo Islamico subì un ulteriore attacco da parte dell'Occidente. Gli europei che sono venuti nel diciannovesimo e ventesimo secolo per colonizzare militarmente il Mondo Musulmano non si convertirono all'Islam come i Turchi e i Mongoli. Così per la prima volta, i musulmani si trovarono politicamente soggiogati da stati come Russia, Olanda, Gran Bretagna e Francia.
Il ventesimo secolo è stato caratterizzato da due temi dominanti: dal Colonialismo Europeo e dalla lotta musulmana per l'indipendenza. I resti del colonialismo tuttavia rimane vivo ancora oggi. Il colonialismo infatti ha modificato la cartina geografica del Mondo Musulmano. Confini e leader sono stati investiti nei paesi musulmani. Dopo la seconda guerra mondiale, i francesi si trovavano nell'Africa Occidentale e Settentrionale, in Libano e in Siria; gli inglesi in Palestina, in Iraq, nel Golfo Arabico, nel subcontinente indiano, in Malesia e nel Brunei; gli olandesi in Indonesia. Sostituirono quindi le istituzioni educative, giuridiche, ed economiche contrastando la fede islamica. Ufficiali colonialisti e missionari cristiani divennero presto i soldati dell'espansione europea e dell'imperialismo. Il cristianesimo è stato ritenuto dai colonialisti superiore all'Islam e alla sua cultura. Questa tendenza si nota chiaramente nella dichiarazione di Lord Cromer, consigliere britannico al Cairo, dal 1883-1907, in cui dice: "[…] come sistema sociale, l'Islam è stato un completo fallimento. L'Islam mantiene le donne in una posizione d'inferiorità ... permette la schiavitù ..., la sua tendenza generale è l'intolleranza verso altre fedi".
Colonialismo europeo sostituì il dominio musulmano basato sulla legge islamica, esistente sin dall'epoca del Profeta Muhammad, attraverso i loro signori europei.
I colonialisti erano quindi Crociati moderni - guerrieri cristiani usciti per sradicare l'Islam. I francesi definirono la loro battaglia come la croce contro la mezzaluna. L'unica differenza è stata che gli europei, questa volta sono giunti non con la cavalleria e spade, bensì con un esercito di missionari cristiani e d'istituzioni missionarie come scuole, ospedali e chiese, molte delle quali sono presenti fino ad oggi nei paesi musulmani. I francesi (ad esempio) si impossessarono de Al Jami', il Masjid di Algeri e ne fecero la cattedrale di Saint-Philippe con la bandiera francese e la croce sul minareto, come simbolo della dominazione cristiana[1].
I secoli di lunga lotta del mondo musulmano con l'autorità coloniale occidentale è stata seguita da regimi autoritari insediati dalle potenze europee. L'instabilità di questi Stati ha portato molti a chiedersi se è proprio l'Islam ad essere contrastante alla società civile e allo Stato di diritto. La risposta a questa domanda però è individuabile più nella storia e nella politica che nella religione. Gli Stati musulmani moderni infatti esistono solo da svariati decenni e sono stati fondati dalle potenze europee per servire gli interessi Occidentali.
In Asia meridionale, gli inglesi divisero il subcontinente indiano in India e Pakistan, dando a ciascuno di questi una porzione dello Stato del Kashmir, a maggioranza musulmana. Così diedero vita a conflitti che causarono la morte di milioni di persone nella guerra tra indù e musulmani, oltre ad una guerra civile tra nel Pakistan tra la zona occidentale e quella orientale, che ha portato alla creazione del Bangladesh. E ciò si aggiungono i conflitti in Kashmir, presenti ancora oggi, contro il dominio indiano. In Medio Oriente, i francesi crearono il Libano moderno da una porzione della Siria. I britannici tracciarono i confini tra l'Iraq e il Kuwait e crearono una nuova entità denominata Giordania. Diedero origine anche ad un nuovo paese denominato Israele, spodestando territori non ebraici, impossessandosi quindi di territori da tempo appartenenti a cristiani e musulmani e consegnandola poi ad un'autorità straniera ebraica. Tali confini arbitrari hanno alimentato conflitti etnici, regionali e religiosi tra cui la Guerra Civile Libanese tra cristiani e musulmani, l'occupazione del Libano da parte della Siria, la Guerra del Golfo frutto della pretesa di Saddam Hussein del territorio del Kuwait, ed infine il conflitto israelo-palestinese che necessita ancora di molte spiegazioni.
Dopo l'indipendenza dal governo coloniale nella metà del XX secolo, i modelli politici ed economici occidentali sono stati presi in prestito per sostituire i sistemi politici ed economici islamici. Così si ebbero città sovraffollate prive di sistemi di sostegno sociale, un elevato tasso di disoccupazione, la corruzione del governo, e un crescente divario tra ricchi e poveri. L'occidentalizzazione così, piuttosto che portare una migliore qualità di vita, causò la rottura della famiglia tradizionale, e la perdita dei valori religiosi e sociali. Molti musulmani ritengono i modelli occidentali di sviluppo politico ed economico fonti di declino morale e malessere spirituale.
Governi non eletti, con a capo re, ufficiali militari o ex-militari, governano il maggior parte dei paesi nel mondo musulmano. Il potere dello Stato è così fortemente dipendente dalle forze di sicurezza, polizia e militari, e in cui le libertà di riunione, di parola, e di stampa sono fortemente limitate. Molti Stati musulmani operano all'interno di una cultura di autoritarismo che si oppone alla società civile e la libertà di stampa.
Oltre ad influenzare chi è venuto al potere negli emergenti stati-nazione musulmani moderni, l'Europa, e in seguito l'America, ha stretto alleanza con i regimi autoritari, tollerando o sostenendo i loro modi non democratici (contraddicendo quindi i loro stessi principi) in cambio, o per garantirsi, l'accesso occidentale al petrolio e alle altre risorse.
Così, quando le persone si chiedono del motivo per il quale il mondo musulmano è sconvolto da violenza e inquietudine, la risposta ritorna sicuramente all'interferenza coloniale, sia quella del passato sia quella del presente, nella regione. Pertanto, ogni successo futuro dipenderà necessariamente dal ritorno a quella società che si fonda sui principi delle persone che vivono nel suo interno, quella in cui, quindi, tutti i suoi affari sono regolati dall'Islam.
Nota:
[1] La politica imperialista delle potenze coloniali non riguardò inizialmente solo programmi di carattere economico, bensì anche religioso e culturale. I francesi, ad esempio, hanno cercato di sostituire la cultura islamica con la propria, e tra i provvedimenti, imposero il controllo sui tribunali islamici e abolirono numerose istituzioni islamiche. Dopo aver trasformato la Grande Moschea di Algeri nella Cattedrale di Saint-Philippe, per esempio, l'arcivescovo di Algeri annunciò un piano missionario per "salvare" i musulmani "dai vizi della loro religione originaria generatrice di negligenza, divorzio, poligamia, furto, comunismo agrario, fanatismo e persino cannibalismo". Azim A. Nanji, "The Muslim Almanac" (Detroit: Gale Research, Inc., 1996), pag. 123; Arthur Goldschmidt Jr., "A Concise History of the Middle East". (Boulder, Colorado: Westview Press, 1988), p. 231; John L. Esposito, "The Islamic Threat: Myth or Reality?" (New York: Oxford University Press, 1999), p. 50; Fawaz A. Gerges, "America and Political Islam: Clash of Cultures or Clash of Interests?" (Cambridge: Cambridge University Press, 1999).